Partirò, in moto da solo, il primo agosto e rientrerò ben prima di metà mese. In quella dozzina di giorni percorrerò gli 8 mila chilometri necessari prima a raggiungere Ballstad, nel nord della Norvegia e poi quelli che mi riporteranno a Torino. Una follia, forse. Ma una ragione c’è, anzi, due.

La prima è la più importante. Vado a trovare mio figlio che vive lassù tra i fiordi e voglio farlo così, anche per dimostrare qualcosa a me stesso, ed anche a lui. L’amore tra padre e figlio ha un sapore particolare, prevede un po’ di follia e di spirito d’avventura.
In Norvegia fa l’istruttore di surf. Lo so, sembra una battuta di Lercio.it, invece no. Fa davvero l’ istruttore di surf in Norvegia. Strano è strano, ma è mio figlio, ha preso da papà.

Da ragazzo avevo due sogni: essere chirurgo e avere una moto potente. Ho avuto la fortuna di coronarli tutti e due, e voglio viverli pienamente. Così dopo un anno passato ad operare, ho deciso di macinare chilometri, con l’dea di una meta che prevedesse una pacca sulla spalla e una chiacchierata con il mio ragazzo.

Su questa pazza idea si è inserita la seconda ragione del viaggio. Ho deciso di approfittare della mia
passione e militanza nel Lions Club International, che, vale la pena ricordarlo, è la più grande organizzazione no-profit del mondo, per riuscire a osservare con i miei occhi un pezzo d’Europa.

Ritengo sia in qualche modo anche un mio dovere, perchè credo nell’Europa e spero che il suo futuro sia quella di un unico civile e progredito Stato. Ci sono moltissime iniziative in grado di spingere il nostro continente verso una vera unità sociale, economica e politica, ma tra queste una che ha catturato la mia attenzione: l’ “Agenda 2030 per lo sviluppo sociale” sottoscritta sia dall’Unione Europea che delle Nazioni Unite. Tra i tanti punti dell’Agenda, due li ho trovati più importanti di altri: l’impatto ambientale e la parità di genere.

Quindi, con l’aiuto dei Lions Club che incontrerò nel mio cammino, osserverò con i miei occhi la realtà che mi circonda e la racconterò day by day sia sulla mia pagina Facebook che su YouTube.

Amo molto viaggiare e viaggiando ho notato che le realtà geograficamente lontane da noi non sono quasi mai come ce la raccontano. Quindi andrò a vedere di persona a che punto siamo con la parità di genere e l’impatto ambientale in ogni posto dove mi fermerò.

L’idea che abbiamo come Lions Club Venaria Reale Host (VRH), che ho l’onore di presiedere in questo anno, è di creare una ideale mappa di queste realtà e magari tra qualche tempo ripercorrere e verificare eventuali cambiamenti.

Farò tappe tecniche, ovviamente, ma saranno soste che prevedono anche l’incontro e il saluto con i Lions e Leo locali, che mi aiuteranno nell’osservazione della realtà.

Potrò anche contare sull’appoggio dei Leo Lions del mio club. Sono i giovani, le menti fresche della nostra organizzazione, che hanno fatto loro questo mio viaggio, ed hanno deciso di non lasciarmi da solo. Mi faranno da supporto e mi organizzeranno  il tragitto e man mano che procederà ill percorso, gli incontri e le occasioni di scambio con i gruppi locali. Saranno i miei angeli custodi mentre farò la lepre solitaria verso l’ignoto e la stanchezza, in posti lontani e con tappe così lunghe come non ho mai provato nei miei precedenti viaggi.

Poi ci saranno gli imprevisti, quindi è bene avere un supporto che da Torino mi possa rimodulare il tracciato strada facendo. È un esperimento, ma vogliamo capire se questa idea di andare a osservare con i propri occhi (che per un oculista suona quasi imperativo) possa diventare una simpatica abitudine da ripetere.

Tutto ciò avrà un nome: “ROADING. A motorcycle trip to Europe with a Lion gaze”. Un giro in moto per l’Europa con lo sguardo di un Lion, che sarei io.

Per i biker curiosi, si sappia che viaggerò su una Harley Davidson Pan America 1250 cc, appena comprata, la prima moto nuova della mia vita. Viaggerò da solo perchè non c’è nessun pazzo che abbia deciso di seguirmi in questa avventura…
Qualcuno mi ha chiesto: “Ma per un oculista non più di primo pelo, non è troppo?”. Forse, però
c’è un vecchio detto dello scrittore brasiliano Paulo Coelho che recita: “Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. È mortale.”